Valter, non posso che essere d'accordo con te sul discorso fondi pubblici. Per come la penso io lo strapotere dei privati ha portato nel mondo più danni che altro. Sebbene per come sono fatto tendenzialmente ragiono su massimi sistemi e considerazioni etici, penso però che in questo caso la questione vada affrontata da un lato pratico. Voi a Trento state portando avanti un progetto importante e avete bisogno di potenza computazionale. Immagino che se avete dovuto ricorrere a Boinc non vi sarà stato possibile accedere a un supercomputer, quindi almeno per ora, questa è una strada valida (e anche molto affascinante e "romantica") per ottenere quello che cercate e meritate. Anche sul piano etico non sta andando troppo male: la
citizen science può considerarsi a metà tra il finanziamento pubblico, preferibile per le ragioni che hai detto, e il finanziamento privato che invece cela rischi e possibili ricatti. Ora, Tn-Grid ha tutte le possibilità per cavalcare l'onda di interesse legato al calcolo distribuito in seguito all'emergenza che stiamo vivendo, e, almeno nei forum specializzati, si nota un grande interesse intorno a questo progetto.
Aprirsi a nuovi utenti può farvi facilmente raddoppiare se non triplicare la potenza attuale in poco tempo, anche solo inserendo il progetto in lista, spargendo la voce in giro e rimettendo un po' a posto il sito web. Questo significa che le ricerche che avete in coda potrebbero svolgersi in un lasso di tempo minore, con ovvi vantaggi per tutti, voi e la comunità scientifica in primis. E per fare questo serve cambiare il server, ma ho l'impressione che per come funzionano le cose da noi aspettare i fondi pubblici potrebbe significare restare in questa situazione ancora per anni.
Ho pensato a un po' di possibili idee che vorrei condividere
La prima è quella già proposta della raccolta fondi. Si capisce il prezzo, mettiamo 5000€ e si fa partire una raccolta su uno dei tanti siti a disposizione. Ci sono 1000 utenti con crediti recenti attivi, già se ognuno donasse in media 2€ si arriverebbe a metà cifra. E qui c'è la questione della burocrazia, su cui ovviamente non possiamo farci niente e immagino sia una cosa complicata.
La seconda, variante della prima, è quella di fare sempre una raccolta, ma con beneficiario Boinc.Italy; a quel punto si prende un server spendendo di meno (magari qualcuno qui dentro potrebbe dare una mano se la cosa gli piace, ad esempio Robix) e si dona all'Università di Trento. Eventualmente, sarebbe più facile burocraticamente una donazione in "natura"?
Queste due proposte si potrebbero anche leggere non tanto in termini di donazioni filantropiche quanto proprio come
citizen science allo stato puro, dove cittadini "adottano" una ricerca che gli sembra promettente supportandola e seguendola nei suoi sviluppi.
La terza, indubbiamente la migliore e ben diversa dalle prime due, si riallaccia proprio all'idea del finanziamento pubblico. In Italia abbiamo CINECA che non è proprio l'ultima arrivata per quanto riguarda il supercalcolo italiano. Per loro un server modesto come quello che servirebbe al progetto non è nulla ma la cosa potrebbe non limitarsi alla mera messa a disposizione di un server per UniTN. Se prima dell'epidemia sarebbe stato qualcosa di molto difficile anche solo farsi ascoltare, penso che ora in tutti i centri di supercalcolo si stiano interrogando sul fenomeno Folding@Home, perché il primato è stato davvero da record. e qualcuno che stia osservando questo fenomeno ci sarà sicuramente anche in CINECA.
Ne potrebbe nascere un grid nazionale, un CNR-Grid che racchiuda i progetti delle diverse università italiane, partendo proprio da Gene@Home. Del resto l'approccio del calcolo distribuito trova il suo senso più grande proprio in quei paesi come l'Italia dove i ricercatori non mancano ma le risorse sono sempre ridotte all'osso. Un eventuale CNR-Grid avrebbe immediatamente una certa risonanza sui vari mezzi di informazione e invoglierebbe molte persone a mettere a disposizione i propri computer. Ma c'è di più: visto la natura semi-istituzionale del progetto potrebbe risultarne una ossatura per una rete di calcolo interuniversitaria in cui i vari atenei potrebbero mettere in rete i propri server per supportarsi a vicenda le ricerche. Unendo quindi le potenzialità pratiche di Boinc, il calcolo distribuito dei cittadini e il calcolo distribuito degli istituti di ricerca, che forse potrebbe migliorare di efficienza.
Questo è praticamente un sogno, lo ammetto. Però chissà se non si possa cominciare a stuzzicare qualcosa. Il peccato come al solito è che nel nostro paese è tutto complicato: farsi ascoltare, proporre, far partire idee sebbene se ci pensate far partire questa cosa a livello embrionale si può fare con delle risorse ridicole. Però a cercare di smuovere un po' le cose non si sbaglia mai