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La protesta dei ricercatori finisce su Nature
La celebre rivista scientifica pubblica dati e commenti sui tagli alla ricerca:
"L'università italiana deve essere riformata ma i tagli impediscono di raggiungere gli obiettivi stabiliti"
nature protesta università Prima la riforma poi la manovra finanziaria. Il mondo dell'università italiana è in subbuglio e la protesta dei ricercatori finisce anche sul sito della rivista "Nature" una delle più importanti al mondo a livello scientifico. Questa volta però gli atenei non sono citati per le proprie scoperte scientifiche ma per il dibattito sui tagli alla ricerca e al sistema universitario italiano. La rivista cita una ricerca condotta dall'Università di Torino che annuncia lo sciopero di due terzi dei 25mila ricercatori che si asterranno dall'insegnare e dal fare esami per tutta la durata della protesta. "Lo scorso anno - si legge nell'articolo - il governo decise di ridurre il già ridotto budget per l'università da 7,49 miliardi di euro a 6,05 miliardi tra il 2009 e il 2012, una diminuzione del 19 per cento. Inoltre, un provvedimento finanziario in discussione in parlamento, che che l'obiettivo di risparmiare circa 24 miliardi in spesa pubblica entro il 2012, permetterà alle università di avere solo un posto per ogni cinque vacati per i prossimi tre anni e uno ogni due nel 2014, anche bloccando le assunzioni". "In molti - prosegue il testo - sono d'accordo sul fatto che le università italiane abbiano la necessità di essere riformate. Ma i tagli rendono impossibile alzare gli standards e aumentare l'autonomia degli atenei, due obiettivi della riforma".
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www.nature.com/news/2010/300610/full/466016b.html