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L'assenza del gene PTPN2 porta alla leucemia 17/06/2010 08:51 #52346

  • premastampi
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www.molecularlab.it/news/view.asp?n=6860

L'assenza del gene PTPN2 porta alla leucemia linfoblastica acuta, un tumore

Cellule
Alcuni scienziati europei hanno collegato la mancanza del gene PTPN2 (proteina tirosina fosfatase non-ricettore tipo 2) allo sviluppo della leucemia linfoblastica acuta (LLA). Quando il gene PTPN2 smette di funzionare o viene perso del tutto le cellule del cancro crescono più velocemente e vivono più a lungo. Il gene quindi, quando è pienamente funzionante, ha un effetto repressivo del tumore. Questo studio fa parte del progetto MOLTALL ("Molecularly targeted therapy for T cell acute lymphoblastic leukemia"), che è stato sovvenzionato con 1,4 milioni di euro dal Consiglio europeo della ricerca (CER) nell'ambito del Settimo programma quadro (7° PQ). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Genetics.

MOLTALL è guidato dal professor Jan Cools del Vlaams Instituut voor Biotechnologie e della Katholieke Universiteit Leuven (VIB e K.U.Leuven) in Belgio, che ha ricevuto una sovvenzione dal CER nel 2007 (questo programma fornisce a ricercatori all'inizio della loro carriera l'opportunità di consolidare il proprio team di ricerca e di condurre la propria ricerca indipendente in Europa). Lo scopo del progetto è quello di esaminare la patogenesi molecolare della leucemia linfoblastica acuta delle cellule T e di creare nuove terapie mirate.

Nel presente studio, il professor Cools ha lavorato con un team di ricercatori europei, tra cui Maria Kleppe, dottoranda presso la VIB/K.
U.Leuven e il dott. Peter Vandenberghe della K.U.Leuven e dell'Hôpital Saint-Louis in Francia. Gli scienziati hanno scoperto nel corso della ricerca che il gene PTNP2 non era presente nel DNA (acido deossiribonucleico) delle cellule di alcuni pazienti affetti da leucemia (il che fa moltiplicare le cellule) e hanno identificato il PTPN2 come regolatore negativo dell'attività di una specifica chinasi. In generale, la loro ricerca prova che il gene ha un ruolo repressivo del tumore ed è uno dei fattori più importanti nell'insorgere della LLA.

Lo studio fornisce inoltre nuove informazioni sulle chinasi e fosfatasi (enzimi in grado di attivare e disattivare specifiche funzioni cellulari) nello sviluppo del cancro. Sappiamo già da qualche tempo che errori nelle chinasi e fosfatasi sono potenziali cause di cancro. Questo studio adesso dimostra che quando questi errori si verificano contemporaneamente, gli effetti cancerogeni possono rinforzarsi l'un l'altro. Il team ha anche scoperto che questi errori possono rendere le cellule più resistenti agli inibitori delle chinasi (cure per il cancro).

La LLA è un tipo di cancro che cresce velocemente e colpisce le cellule linfoidi, uno dei due tipi principali di globuli bianchi. Le cellule anomale ("cellule leucemiche") si sviluppano e crescono rapidamente, sommergendo i normali globuli bianchi e rossi e le piastrine (frammenti di cellule dalla forma irregolare) di cui il corpo ha bisogno per non ammalarsi. I malati di LLA e di altri tipi di leucemia sono di solito vulnerabili alle infezioni perchè sono i globuli bianchi a proteggere l'organismo da virus e batteri.

La dicitura "acuta" si riferisce alla rapidità della malattia; se non si cura può causare la morte. La LLA rappresenta quasi un terzo delle diagnosi di cancro nei bambini al di sotto dei 15 anni. Colpisce principalmente i bambini tra i 2 e i 5 anni di età. Ma la malattia può colpire anche gli adulti, di solito al di sopra dei 45 anni.

La LLA delle cellule T è un tipo di LLA ad alto rischio. Con questo tipo di leucemina, le cellule che normalmente si trasformerebbero in globuli bianchi cominciano a dividersi senza controllo creando un gran numero di cellule immature. Pocchissimi fattori sono stati fino ad ora associati a un più alto rischio di sviluppare la LLA delle cellule T. A quanto risulta dalla ricerca però, la LLA delle cellule T si sviluppa apparentemente quando si verificano errori in diversi geni allo stesso tempo.

La priorità per gli scienziati è quella di identificare i geni alla radice della LLA delle cellule T ma anche di scoprire le specifiche combinazioni che fanno progredire la malattia. Il team sostiene che questo sia fondamentale per lo sviluppo di terapie che si concentrino su più di un obiettivo.

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