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Il gene-scudo delle cellule tumorali
La sovraespressione del gene NEK11 permette alle cellule tumorali di riparare i danni causati da radio e chemioterapia con maggiore efficienza, sopravvivendo alle terapie
Cellula cancerogena
Per sviluppare terapie contro il cancro sempre più mirate e personalizzate un passo fondamentale è caratterizzare quali funzioni si celano dietro ogni singolo gene.
Per questo risulta importante l'identificazione da parte della ricercatrice Marina Melixetian dell'Istituto Europeo di Oncologia (presso il Campus IFOM-IEO di Milano), in collaborazione con il gruppo di ricerca di Kristian Helin e Claus Storgaard Sørensen del BRIC (Biotech Research and Innovation Centre) dell'Università di Copenhagen, del gene NEK11, che si rivela complice della progressione tumorale agendo da scudo rispetto alle cure chemio e radioterapiche, come spiegato in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology.
Il gene NEK11 attiva, sia nelle cellule sane che in quelle tumorali, un meccanismo di controllo che ferma la duplicazione cellulare e verifica la presenza di danni per consentire agli enzimi specifici di innescare la fase di riparazione e, quindi, di procedere con il corretto svolgimento del ciclo cellulare.
Si è però scoperto che il gene NEK11 risulta sovraespresso e più attivo nelle cellule tumorali, aiutandole a sopravvivere ai dannicellulari causati dalle terapie.
Marina Melixetian spiega "Abbiamo rintracciato questo ruolo cruciale di NEK11 tramite l'analisi di 8000 geni condotte con tecniche di
RNA interference screen e abbiamo osservato che inibendo NEK11 le cellule tumorali sono più sensibili al danno al loro DNA. Quindi in sua assenza risulta più efficace l'effetto di chemioterapia e radioterapia".
Kristian Helin aggiunge "il prossimo passo sarà proprio riuscire a trovare un inibitore specifico che disattivi solo ed esclusivamente questo gene e somministrarlo in associazione alle terapie tradizionali".
La ricerca è stata possibile grazie al sostegno del programma INTACT della Commissione Europea, la Danish Cancer Society, la Novo Nordisk Foundation e la Danish National Research Foundation.
Redazione MolecularLab.it (13/10/2009)
PS. ahhhh la ricerca italiana....