La mia voleva ovviamente essere solo una precisazione tecnica e non una presa di posizione nei confronti dell'autore dell'articolo, di cui condivido in pieno (cioè al 100%) lo spirito ed il senso.
La seconda mia precisazione invece voleva essere un mettere i puntini sulle "i", poiché purtroppo ogni volta che si dibatte sulle questioni relative ai tagli ai fondi per la ricerca, sembra quasi che esistano due scuole in competizione: quella scientifica e quella umanistica. Mentre almeno in Italia, vivono tutte sotto lo stesso tetto, in virtù del patrimonio che questo Paese offre. Infatti entrambe sono abbastanza con le pezze lì dove non batte il sole, visto che alla fine, gira che ti rigira, quando si parla di fondi l'unica cosa che conta è garantire le seguenti 2 cose: la sanità e gli stipendi. Tocca quelle e sei politicamente morto: se levi i fondi alla ricerca per mantenere quelle 2 cose, va bene ti prendi i rimbrotti degli addetti ai lavori ma poi finisce là, si va avanti come prima.
Cmq attenzione, quei fondi erano sempre e comunque destinati a stipendi e non alla ricerca diretta: l'unica differenza è che si dovevano stipendiare persone nuove e non persone vecchie, ma stipendiare ricercatori non vuol dire favorire la ricerca. Non si fa buona ricerca aumentando a dismisura il numero dei ricercatori: mi piacerebbe infatti capire quanti di quei ricercatori da assumersi in via straordinaria con quegli 80 milioni avessero davvero le carte in regola per ricoprire quel ruolo, ed ancor di più quanti facessero davvero ricerca seria. È di tutta evidenza infatti che sarebbero stati pescati tra quel gruppone di persone finite là grazie a concorsi truccati (l'ultimo caso è quello di Padova), baronie universitarie e favori fatti ad amici ed amici degli amici. Mentre oramai siamo ad un livello nel quale si dovrebbe azzerare tutto e ricominciare da capo: via tutte le persone che non hanno uno straccio di pubblicazione, via tutte le persone che l'unico straccio che hanno è quello pubblicato sul volantino della parrocchia, via tutte quelle persone che la ricerca proprio non la fanno (oppure quanto meno sospensione dello stipendio come si vuole fare qui alla Sapienza). Perché si può anche assumere un pacco di gente e far diventare l'Italia la nazione con più ricercatori al mondo, ma poi dopo aver speso tutto in stipendi, con cosa si finanziano i progetti? Ad esempio, vedo ancora troppa poca indignazione per il fatto della mancata trasparenza delle Università italiane: tutti si lamentano (più o meno giustamente) dei fondi tagliati, ma se potessi raccontare di come vengono gestiti i fondi dati ci si indignerebbe del fatto che ne vengono tagliati troppo pochi di soldi. Negli USA si possono spendere 4 miliardi di $ per la ricerca scientifica perché lo Stato sa bene come quei fondi verranno utilizzati, se in Italia si regalassero 4 miliardi all'attuale sistema scientifico, dove finirebbero quei soldi? Quando si legge ad es. che 500.000 vengono dati alle ricerche filosofiche e 30.000 alle ricerche sulle proteine (dove con quei soldi non ci compri neanche i prodotti per fare ricerca), si pensa davvero che dando più soldi il rapporto cambiarebbe, invece di ritrovarci con 800.000 ai filosofi e 35.000 agli scienziati?
Il tema della ricerca in Italia è purtroppo molto vasto e complesso per ridurlo ad una mera questione di fondi... Purtroppo... Ci sarebbe da risolvere ad es. la questione di come sono organizzati enti quali il PRIN, il PNR, il FIRB, i Progetti Strategici e così via seguitando. Perché lo Stato attraverso il Parlamento può e deve aumentare i fondi, ma poi deve anche contestualmente mettere persone serie a ripartire quei fondi, che non può e non deve essere compito della politica ma della scienza nel suo complesso. In Italia i cervelli non rientrano perché non c'è una organizzazione di base funzionante, oltre al sistema di raccomandazioni già detto: l'Italia è un Paese che spende 50.000 per comprare macchinari all'avanguardia in uno studio di medicina, ma poi li lascia imballati perché nessuno li può/sa usare. Allora mi chiedo: chi è stato il furbone che ha speso quei soldi?
Anche questo a mio avviso è un argomento, mi rendo conto molto tecnico, che purtroppo sta alla base del problema della ricerca scientifica in Italia, oltre a quanto brillantemente rilevato nell'articolo (lo sottolineo perché chi ne parla sui giornali fa finta che quelle cose non abbiano un impatto sulla realtà).
Mi scuso per la lunghezza del post...