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I ricercatori del progetto FightAIDS@home, parte della World Community Grid, scoprono due nuovi composti che potenzialmente potranno curare anche le forme più resistenti del virus HIV. Questa scoperta apre la strada ad una nuova classe di medicine contro l'AIDS. Lo afferma con orgoglio l'IBM, sponsor del progetto WCG, in un comunicato stampa, per altro sostenuto da pubblicazioni scientifiche di alto livello.
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Il virus che causa l'AIDS sfrutta la proteina HIV proteasi per riprodursi e diffondersi nel corpo umano. Le medicine chiamate "inibitori dell'HIV" tengono l'AIDS sotto controllo disabilitando proprio questa proteina. Lo fanno attaccandosi ai siti preposti al legame con altri composti e di fatto impediscono alla HIV proteasi di svolgere le attività per la replicazione del virus.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 33 milioni le persone al mondo che oggi devono convivere con l'AIDS. Purtroppo il virus dell'AIDS muta molto rapidamente e le nuove varietà di HIV stanno diventando sempre più resistenti a questi farmaci inibitori.
I ricercatori dell'Istituto di ricerca Scripps, in particolare il ricercatore associato Alex L. Perryman e il Professor Arthur J. Olson, hanno scoperto due nuovi composti che si possono legare alla HIV proteasi in due siti individuati solo recentemente.

Questo fatto può potenzialmente portare ad una nuova classe di medicine per il trattamento dell'AIDS che si manifesta con le forme più resistenti dell'HIV. I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sul numero di marzo 2010 del Journal of Chemical Biology and Drug Design.

Il professore associato C. David Stout, ricercatore senior del progetto, spiega che "Questi risultati aprono la porta ad un nuovo approccio di individuazione e progettazione delle medicine contro la HIV proteasi".

Utilizzando la potenza computazionale di più di un milione di PC collegati alla World Community Grid, i nuovi siti di legame scoperti sulla HIV proteasi sono stati oggetto di uno screening virtuale, ovvero di simulazione di legame tra i siti e 500.000 composti noti.

In una seconda pubblicazione apparsa sul Journal of Molecular Biology, il team Scripps descrive come ha utilizzato il modello di simulazione per migliorare la comprensione di un altro enzima legato all'HIV, l'integrasi, anch'esso potenzialmente target di nuove medicine. L'integrasi, assieme alla proteasi e ad un terzo enzima, la trascrittasi inversa, è una delle tre proteine chiave che permettono al virus dell'HIV di replicarsi. L'intento dei ricercatori è quello di produrre un modello più accurato dell'integrasi al fine di permettere una ricerca più efficiente di nuove medicine che ne inibiscano le attività.

Va ricordato a tutti che l'HIV non è sparito solo perché non se ne parla più in TV e ci sono molte, moltissime cose ancora da fare. Partecipare al progetto World Community Grid è uno dei modi in cui si può effettivamente dare il proprio contributo alla ricerca, semplicemente mettendo a disposizione parte della potenza di calcolo del proprio PC.
 

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