The Charity Engine™ sta per lanciare la più veloce, economica, eco-sostenibile - e anche la più etica - piattaforma di calcolo distribuito al mondo. Questo è quello che annuncia il sito ufficiale del progetto... sarà vero? Vedremo.
Di certo la nuova formula "potenza di calcolo per progetti scientifici in cambio di soldi" è certamente più allettante di quella sino ad ora supportata dagli utenti di tutto il mondo che prevede "solo" i crediti - ferma restando la primaria soddisfazione per aver aiutato i ricercatori nei loro progetti.
The Charity Engine™ è una rete di calcolo distribuito volontario che si differenzia da quelle conosciute (BOINC, F@H in primis) per un aspetto cruciale: gli utenti non si iscrivono perché supportano un particolare progetto di ricerca ma piuttosto perché vogliono supportare primari progetti internazionali di beneficenza - e anche perché, ogni tanto, un volontario vince un premio di un milione di dollari (veri)!!
Come si può immaginare questi sono grandi incentivi a partecipare. Il gruppo su Facebook legato al progetto prova questa affermazione: più di 130.000 utenti da 120 paesi del mondo seguono l'evolversi degli eventi, e aumentano al ritmo di più di 1000 al giorno. Con l'aiuto dei partner, cioè dei progetti di beneficenza collegati, questi numeri non possono altro che crescere in continuazione. Il risultato sarà probabilmente il più grosso super-computer esistente sulla Terra.
All'inizio il progetto si baserà su BOINC che è lo standard, de facto, dei software di calcolo distribuito volontario. Il direttore di BOINC, David Anderson, è il consulente tecnico di C.E. ma non solo lui partecipa alla costruzione di questa rete di calcolo: sono coinvolti anche Matt Blumberg e il suo team (GridRepublic, Progress Thru Processors).
I fondi per lo sviluppo e per il lancio del progetto (marzo 2011) sono già stati raccolti anche se ovviamente ce ne vorranno degli altri per garantirne il funzionamento e i premi agli utenti. Si prevede che questi arriveranno dalle organizzazioni che sponsorizzano la ricerca, dalle organizzazioni di beneficenza ma anche dalle industrie interessate al progetto perché potranno "noleggiare" potenza computazionale ad un prezzo molto basso: 1-2 centesimi per ora CPU (a questi prezzi un quad-core costerebbe 1 dollaro a giorno).
L'ingegnoso sistema sviluppato da Mark McAndrew, CEO di Charity Engine, risolverebbe uno dei problemi che tengono lontani i ricercatori dal calcolo distribuito volontario e cioè l'incertezza di trovare in rete abbastanza potenza computazionale per i loro progetti. Non tutti i progetti riescono infatti a catturare l'attenzione del pubblico e dal canto loro i ricercatori hanno ben altro da fare che imbarcarsi in dispendiose "campagne pubblicitarie" (in termini di tempo ed energie ovviamente). Se il progetto funzionerà a dovere i ricercatori avranno la garanzia di disporre di potenza a sufficienza: questa potrà essere prenotata e comprata come qualsiasi altra risorsa; nessuna perdita di tempo, nessun rischio.
Certo, dal punto di vista di chi segue il calcolo distribuito volontario questo è un limite, perché conoscere anche solo marginalmente i progressi, i risvolti tecnici (almeno quelli computazionali) e i risultati di un progetto di ricerca porta ad essere più coinvolti e ad appassionarsene maggiormente. C'è poi il discorso del premio casuale di un milione di dollari: questo fattore attirerà inizialmente molti utenti che però potrebbero a lungo andare avere l'impressione di partecipare ad un gioco a premi piuttosto che a una reale ricerca scientifica. Staremo a vedere.
I progetti che non dispongono di fondi non saranno comunque "abbandonati": il 5%-10% dell'intera potenza computazionale verrà riservata ai progetti di ricerca pura la cui validità sarà valutata da un apposito gruppo di lavoro indipendente.
The Charity Engine™ promette anche di essere eco-sostenibile perché intende dare più carico di lavoro ai PC situati in zone fredde (con strategie stagionali) con minori problemi di surriscaldamente e conseguente costoso raffreddamento. Parallelamente ci sarà attenzione anche per il carico sulla CPU: tipicamente i PC consumano 60W per non far nulla e pochi Watt in più per elaborare al 60% della potenza disponibile. Il target di C.E. sarà proprio quello di sfruttare i PC in modo efficiente, buono per la ricerca ma anche per il pianeta Terra.
Non c'è che dire, davvero delle ottime premesse!