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Gli eventi climatici estremi nel 2011 sono costati miliardi e hanno coinvolto migliaia di vite; ma in che misura tali eventi possono essere imputati ai cambiamenti climatici causati dall'incremento dei gas serra?

La prima serie di studi per cercare di valutare gli eventi estremi del 2011 è stata pubblicata nel Bollettino della Società Meteorologica Americana (Bulletin of the American Meteorological Society (BAMS)), esaminando come le influenze, umane e naturali sul clima, abbiano contribuito sugli eventi climatici del 2011. Tali valutazioni sono uno strumento utile per coloro che desiderano impostare livelli di compensazione, che per coincidenza sono all'ordine del giorno del laboratorio Re|Source di Oxford, che si è tenuto questa settimana per i negoziatori dei cambiamenti climatici dei paesi in via di sviluppo.

I risultati dei due articoli citati dal Bollettino della Società Meteorologica Americana provengono dal progetto weatherathome di Oxford, in cui i membri del pubblico hanno contribuito a portare i recenti modelli delle tendenze climatiche sui computer di casa. Uno, portato dall'Università dell'Oregon, ha mostrato come il rischio di un'ondata di caldo e di siccità nel Texas,  come nel 2011, è notevolmente aumentata dal 1960. Il secondo, portato da Neil Massey della Smith School of Enterprise and the Environment dell'Università di Oxford, ha mostrato come le probabilità di un novembre eccezionalmente caldo, come nel 2011, nel Regno Unito, sono aumentate rispetto allo stesso periodo, mentre le probabilità di un dicembre freddo, come nel 2010, sono decresciute.

"Dove e quando eventi climatici estremi accadono è solo questione di fortuna", spiega il Professore Myles Allen della School of Geography and the Environment dell'Università di Oxford, un co-autore su tre di questi nuovi studi, 'ma la scienza può aiutarci a comprendere come differenti fattori sono caricati dai dadi meteo'.

Entrambi questi studi notano che vari fattori hanno contribuito al cambiamento climatico dal 1960, ma che la maggior parte del recente riscaldamento su larga scala è, molto probabilmente, dovuto all'aumento osservato della concentrazione dei gas serra. Il terzo studio, portato dal Royal Netherlands Meteorological Institute, conclude che l'influenza umana sul clima globale aveva poco a che fare con le inondazioni che, nel 2011, hanno colpito la Thailandia. 

"Non tutti gli eventi climatici dannosi che si verificano sono stati resi più probabili dal cambiamento climatico antropico", spiega Allen. "Alcuni, come gli inverni freddi, sembrano aver origine meno facilmente, ma possono ancora accadere. Altri, come le alluvioni in Thailandia, non sono stati affetti in entrambi i casi, per quanto possiamo dire. Ordinare queste cose è essenziale per comprendere il costo del cambiamento climatico".

La possibilità di compensare il costo inevitabile del cambiamento climatico ha implicazioni esplosive per i negoziati internazionali sul cambiamento climatico. Il Dr Daniel Ortega-Pacheco, Direttore del Cambiamento Climatico ed Ambientale nel Ministero degli Affari Esteri dell'Ecuador, ad Oxford per il laboratorio del European Capacity Building Initiative, rimarca: "Quantificare le perdite ed i danni è vitale per basare la politica climatica sulle prove. Questo tipo di scienza avrà un ruolo chiave nei futuri negoziati".

Il laboratorio per lo sviluppo dei paesi negoziatori sui cambiamenti climatici è guidato dal Dr Benito Müeller, proveniente dalla Facoltà di Filosofia e Associato dell'Istituto dei Cambiamenti Climatici dell'Università di Oxford. Al laboratorio, che si è tenuto il 10 luglio, hanno partecipato rappresentanti proveniente da stati dell'America Latina, Africa e Asia.

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